America Amore by Alberto Arbasino

America Amore by Alberto Arbasino

autore:Alberto Arbasino
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
pubblicato: 2017-05-20T22:00:00+00:00


VEDUTE DI SAN FRANCISCO

Rari grattacieli sparsi, colline ripidissime fiorite di case bianche, vertiginose salite, vaste distese abbandonate, ciuffi d’alberi scuri, guglie gotiche o Art Déco, cupole come spumoni rosa: l’estrema città europea dell’Occidente, di una bellezza straziante e disperata, forse percepibile soprattutto da qualche europeo molto disperato e inconsolabile. «Tutto ciò che scompare in Europa» diceva infatti Oscar Wilde «prima o poi ricompare a San Francisco». E l’hanno ripetuto sia Frank Lloyd Wright sia Saul Steinberg: gli Stati Uniti sono un piano inclinato ove tutto rotola verso la California. Senza prevedere che poi l’inclinazione si sarebbe ribaltata, e i «movimenti» d’avanguardia sarebbero nati giovani proprio a San Francisco, rotolando poi sempre meno lieti e «fioriti» nell’Europa trucibalda degli anni Sessanta, senza queste eterne primavere in costume fra piscina e barbecue, e spazi, spazi, mancanza di tradizioni, libertà e chances di ricchezza, decadenza all’aria aperta… Una luce di qualità forsennata, indifferente, orizzonti troncati o spalancati o improvvisamente deserti; e continui vortici di nebbia: invadente e salata, sa di mare. Un pittoresco angoscioso e quasi atroce, perchè dà un senso di paura fisica e psicologica.

Quindi è giusto che i suoi pittori non siano dei Vermeer o dei Canaletto, ma dei Welles e degli Hitchcock, con macabri bianchi–e–neri, o colori luccicanti e immobili: da allucinazione in pieno giorno.

Senza nessun dubbio è la più meravigliosa città degli Stati Uniti, con «patiti» che si trovano e riconoscono in tutto il mondo. Edonistica? Soprattutto narcisistica: fa l’amore con se stessa come Venezia o Bruges, guardandosi indietro e addosso.

Clima costante, nessuna differenza di temperatura fra dentro e fuori casa, stessi vestiti tutto l’anno. Industrie poche. Non muove un dito da decine d’anni, in nessuna direzione. Campa sulla gaiezza e sull’estenuazione, come la Parigi dei musicals: ecco perchè una certa aria mortuaria. E passerebbe per Regina del Saper Vivere: in realtà sta in testa alla nazione americana per quello che riguarda i sottoprodotti della frustrazione e dello sgomento, droghe, alcolismo, divorzi, capricciosità di sesso, suicidi. Un certo saper morire? E anche il posto degli Stati Uniti ove nascono meno bambini.

Forse però l’unico posto al mondo dove si possono vedere demolizioni di cattedrali e costruzioni di basiliche. Sono i vecchi Palazzi del Cinema di trent’anni fa, enormi e cavernosi, grondanti decorazioni dorate. Franano sotto i colpi dei bulldozers fra nuvole di porporina e di gesso, e sirene con draghi che rimangono aggrappati a fili di ferro. Ma i duomi sono gotici come a Chartres, con vetrate e tutto; naturalmente di cemento.

Ogni immagine visuale parafrasa e amplifica un’Europa di leggenda. Ma questo porto d’aspetto ancora mediterraneo e così simile a Genova o a Napoli, quando si è lasciato indietro il Vecchio Continente, coi suoi antichi parapetti e tutto? Remoto, dimenticato, non lo si sente. Come se non fosse mai esistito.

Sono somiglianze che si portano involontariamente, come il taglio di naso o il sorriso d’una bisnonna di cui nessuno si ricorda più.

I liberali europei fuggiti dopo le rivoluzioni del 1848 sono arrivati facendo il giro del Capo Horn perchè preferivano a



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